Per fortuna anche le mamme (i papà e gli adulti in generale) si arrabbiano! Sono umane anche loro!!!
Esiste tanta letteratura per l’infanzia che si è occupata e si occupa tutt’ora delle emozioni dei bambini e tanta, altrettanta letteratura, che si occupa di come parlare ai bambini delle emozioni degli adulti.
Uno fra tanti è proprio: “Urlo di mamma” dell’autrice tedesca Jutta Bauer, un libro tanto complesso quanto prezioso.
L’inizio della storia è davvero sensazionale:
“Stamattina la mia mamma ha urlato così forte, che mi ha mandato in mille pezzi”.
In una semplice frase, accompagnata dall’immagine della mamma pinguino con il becco spalancato e quella di suo figlio dagli occhi sbarrati, emerge il vissuto emotivo che ciascun bambino vive quando viene travolto dalle manifestazioni un po’ troppo “energiche” degli adulti: “va letteralmente in mille pezzi”.
Nel caso del piccolo pinguino:
“I suoi occhi erano finiti in cielo…il suo becco era sui monti…le sue ali erano nel fitto della giungla…il suo sederino era finito in città…”
Cosa fa mamma pinguino per rimediare a tutto ciò?
Ricuce tutti i pezzi del suo piccolo e dice: “Scusa se ho urlato così forte” e di nuovo insieme, continuano il loro viaggio.
Cosa possiamo imparare da questo breve racconto?
Mi viene da dire: “Tante cose!”
- Innanzitutto è un libro che possiamo leggere ai nostri bambini già dall’età di 2 anni perché parla di un sentimento coì complesso, come la rabbia della mamma, in un modo estremamente semplice e chiaro;
- parla di come anche gli adulti provano emozioni;
- dimostra, attraverso il comportamento di riparazione della mamma (mamma pinguino alla fine chiede scusa al suo piccolo per aver urlato: “Scusa se ho urlato così forte”) che si può sbagliare, perché non si è perfetti, ma si può anche chiedere “scusa” e tornare a “camminare insieme”;
In ultimo, ma non meno importante, questo libro offre a noi adulti e di conseguenza ai nostri bambini, un’importante chiave di lettura: “Non dobbiamo chiedere scusa per le emozioni che proviamo, anche e soprattutto per quelle spiacevoli. Dobbiamo prendercene cura ed esplorarle in quanto ci stanno comunicando qualcosa…”
Ciò che possiamo fare invece, è modificare le nostre reazioni, soprattutto quando queste coinvolgono in primis i nostri bambini, per evitare di “mandarli in mille pezzi…”.
Capisco che non è per niente facile prendere consapevolezza di tutte queste variabili, sentirsi responsabile delle reazioni dei nostri bambini e in più cercare e mettere in pratica strategie diverse da quelle a cui siamo abituati, ma in fondo la sfida di essere genitori non è proprio questa?
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