Oggi voglio parlarvi di cosa fare quando sentiamo che i nostri bisogni non sono ascoltati e di quella sensazione spiacevole che si prova quando arrivi a casa dopo una giornata di lavoro e vorresti essere accolta, da tuo marito o dai tuoi figli, con un bacio o con un abbraccio, ma quello che ricevi è solo un freddo “CIAO”.
Voglio darvi un esercizio per gestire questa sensazione, da provare già da questa sera.
Cosa fare quando i nostri bisogni non vengono ascoltati e le cose non vanno come vorremmo.
Quando le cose non vanno come vorremmo, la maggior parte di noi agisce in due modi:
- Accettiamo passivamente quello che accade, mettendoci nella posizione di “vittima”. Iniziamo a dare la colpa ai nostri genitori, ai genitori del nostro compagno, a come siamo stati cresciuti, alle opportunità che non abbiamo avuto, al tempo che non abbiamo avuto, alle cose che non abbiamo fatto, al destino o al fato.
oppure
- Forti e consapevoli di quello che non abbiamo avuto e di quello che vogliamo, iniziamo a imporre i nostri bisogni leciti e a pretendere che gli altri li soddisfino.
Pretendiamo che sul lavoro venga riconosciuto il nostro impegno, per i risultati che abbiamo raggiunto. Nella relazione con il nostro compagno vogliamo più intimità, più complicità e vogliamo essere coinvolte nelle sue decisioni. Pretendiamo di essere accolte con un abbraccio e con un bacio quando torniamo a casa oppure sentire rivolgerci parole gentili.
A questo punto mi dirai: “ Cosa c’è di male a volere tutto questo?”
Diventa quella persona che vorresti al tuo fianco.
Per rispondere alla tua domanda, ti dico che non c’è nulla di male a volere tutto questo, ma se stai leggendo questo articolo e sei arrivata fino a qui, probabilmente ti trovi in una delle due condizioni.
Ti senti probabilmente delusa, frustrata, amareggiata, non vista, non riconosciuta e quello che vorresti, è sentirti invece accettata, apprezzata, rispettata e amata. Tutti gli esseri umani vogliono sentirsi in questo modo, perché fa parte dei nostri bisogni universali.
Per questo motivo voglio condividere con te un piccolo esercizio per iniziare a gestire quella sensazione spiacevole e se le modalità precedenti non hanno funzionato, forse ti conviene provare.
Intanto inizia a riflettere su questa frase:
“Non aspettarti che gli altri diventino come tu vorresti, ma diventa tu quella persona che vorresti al tuo fianco.”
La strategia del NO pensato.

Vorresti che i tuoi figli ti ascoltassero di più? Inizia tu ad ascoltare loro. Quando ti fanno una richiesta, prima di rispondere:
“No aspetta un attimo!”
“Adesso non posso!”
“Ferma un attimo!”
Fermati tu, rifletti per tre secondi prima di rispondere e chiediti: ma quello che mi chiede veramente non posso farlo? Non posso rispondere a questa sua richiesta? Non posso soddisfare questo suo bisogno oppure posso fare qualcosa?
Se dopo aver riflettuto ed esserti posta questa piccola domanda, non puoi soddisfare in quel momento quella sua specifica richiesta, l’avrai comunque ascoltato, ed è importante rimandare a tuo figlio questa cosa.
“Lo so che vorresti stare ancora un pò a giocare al parco.”
“Lo so che vorresti guardare ancora per un pò il tuo cartone preferito.”
In pratica tu stai accogliendo la sua richiesta, ti stai connettendo con i suoi bisogni, ma mantieni quel no.
Se non è possibile rimanere ancora al parco, gli puoi dire che ci tornerete un altro giorno, ma adesso dovete andare a casa.
Quello che conta è che tu lo avrai ascoltato e quel no, diventerà un NO pensato.
Non hai iniziato la frase con il no, ma con: “ti capisco, ti accolgo, capisco quello che vuoi, quello che mi stai dicendo, sono con te, ti sento, ma in questo momento non possiamo farlo.”
Se gli altri non si comportano come vorremmo: la regola del quattro.

Vorresti che tuo marito ti accogliesse con un bacio o un abbraccio appena arrivi a casa? Vai tu verso di lui e se vuoi un abbraccio inizia ad abbracciarlo tu per prima Vorresti che tuo marito ti rivolgesse parole gentili, inizia per prima tu a parlargli con gentilezza.
In questo puoi aiutarti la regola del 4.
Baumeister si era accorto che un’emozione spiacevole è quattro volte più potente di quella piacevole, pertanto per controbilanciare l’effetto di un’emozione spiacevole propone di fare quattro azioni piacevoli.
Se mettiamo in atto un’azione spiacevole, dobbiamo fare quattro azioni piacevoli.
Quando rispondi male al tuo compagno, prova a fare una sfida con te stessa e a mettere in atto quattro azioni piacevoli per controbilanciare l’effetto di quell’azione spiacevole.
Questa sera prima di entrare in casa, quando sei proprio davanti alla porta, pensa alla scena che vorresti avere di fronte a te, respira e metti in atto proprio quel comportamento.
Vorresti che tuo marito ti accogliesse con un bacio?
Vorresti che tua figlia ti corresse incontro per abbracciarti?
Fallo tu per prima.
Vai verso tua figlia e abbracciala, vai verso tuo marito e accoglilo con un bacio.
Responsabilità ed effetto domino.

Siamo sempre noi le responsabili delle nostre azioni e quando affronto questo aspetto in seduta, alcune mamme mi dicono:
“ Perchè devo fare sempre io il primo passo? Non è giusto!”
Ognuno di noi è responsabile delle proprie azioni e faccio notare alle mamme che mi pongono questa domanda, che in realtà davanti a me ci sono loro; non c’è il loro compagno o marito, il figlio, l’amico o l’amica.
Questo vuol dire che sono state loro per prime a mettersi in discussione, che sono entrate in contatto con i propri bisogni e hanno sentito che c’era qualcosa dentro di loro o comunque nella loro vita che volevano cambiare e sono li per quello.
Noi possiamo agire solo sulle cose che sono sotto il nostro controllo, decidendo quali comportamenti mettere in atto.
Non possiamo cambiare gli altri, ma possiamo cambiare il nostro modo di rivolgerci agli altri.
Ed è così che proprio come un effetto domino, inevitabilmente l’altro si approccerà a me in modo diverso.
Questo è una delle strategie da mettere in atto, per passare dal sentirsi costantemente frustrata, inadeguata, delusa e invisibile, a sentirsi una persona accettata, rispettata, apprezzata, amata e consapevole dei propri bisogni, senza però pretendere che questi bisogni vengano soddisfatti dagli altri.
E tu riesci a soddisfare i tuoi bisogni?
Ti senti frustrata quando gli altri non si comportano come vorresti? Ti senti di averle provate tutte, ma continui a sentirti una mamma insicura, inadeguata, frustrata e infelice?
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