Quando diventi mamma, non devi dimenticare che la sfera personale e quella genitoriale sono interconnesse tra di loro. Solo attraverso la consapevolezza di questo legame, riuscirai a non perdere la tua identità, non permettendo alle tue paure di avverarsi.
In questo articolo vi parlerò di come una mia paziente è riuscita ad ascoltare un suo bisogno e a soddisfarlo, senza sentirsi una cattiva madre.
Qual è il dono più prezioso che possiamo fare ai nostri figli? Scopriamolo insieme.
La storia di Elena.
Questa è la storia di Elena (nome di fantasia) e di come ha sconfitto la paura, riuscendo a non rinunciare alla sua vera identità.
Per molto tempo Elena per non influenzarla, ha nascosto a sua figlia una delle sue più grandi passioni: la ginnastica artistica.
Non si accorgeva che le stava nascondendo la sua vera sé.
Quello che aveva imparato in quegli anni.
I valori che aveva scoperto grazie a questo sport e le sue caratteristiche personali.
Questo sport le ha insegnato a competere in maniera sana, a rispettare se stessa e gli altri e a condividere successi e fallimenti. Le ha insegnato anche a perdere e ad accogliere il fallimento senza sentirsi una perdente.
Quando è stata l’ultima volta che hai fallito senza però sentirti una perdente? Siamo abituati a vivere negativamente il fallimento e non vogliamo sperimentarlo per evitare di identificarci con esso.
Quindi se falliamo in qualcosa, in realtà crediamo e pensiamo di essere una persona fallita. Viviamo nella società della performance, dove dobbiamo sempre essere al top e competere per vincere, andando a volte oltre i nostri limiti.
Perché ti sto parlando di tutto questo e cosa c’entra con l’essere mamma?
Il primo ingrediente della genitorialità efficace: ascoltare i propri bisogni.

Nelle relazioni con i nostri figli portiamo quello che siamo, quello che pensiamo, quello in cui crediamo e le nostre emozioni. Elena pensava di controllare la sua paura di influenzare la figlia, per non caricarla di aspettative elevate riguardo a questo sport, non parlandone e non facendosi vedere mentre ad esempio faceva gli esercizi di stretching o allungava le punte dei piedi.
Cercava di frenare l’impulso quando ad esempio vedeva una palla oppure un nastro, negandosi la possibilità di fare quello che in realtà le apparteneva.
“ Vabbè ma mica sono una ragazzina che si mette a fare queste cose.”
Eppure inconsapevolmente, anche in questo modo stavo influenzando sua figlia.
Le stava mandando un messaggio molto preciso:
“ Nascondi le tue passioni, non parlare dei tuoi interessi, non condividere le tue emozioni, non ascoltare i tuoi bisogni e lascia morire una parte di te.”
Ma come è possibile far morire una parte di noi, rimanendo in vita senza provocare delle conseguenze? Elena si stava spegnendo. Si stava preoccupando di fare senza essere. Stava spegnendo dentro di sé quella fiamma che la faceva sentire ancora viva e forte. Quella fiamma che la faceva elevare, sapendo di poter tornare a toccare la terra con i piedi.
È bastato un solo incontro per farle prendere consapevolezza di quello che stava accadendo e nell’incontro successivo mi ha detto:
“ Ho deciso di non nascondermi più, ma di prendermi un’ora a settimana per fare gli esercizi di un tempo. Non voglio farli in bagno mentre mi preparo la mattina, nascondendomi dai miei figli. Li voglio fare insieme a loro o comunque con loro. Quindi lascerò che i miei figli mi guardino.”
Elena nel farsi vedere, non sta solo mostrando la sua passione, ma si sta dando il permesso e la possibilità di mostrare la sua globalità e complessità.
Cosa NON devi fare quando diventi mamma: nascondere la donna che sei!
Uno dei doni più preziosi che possiamo fare ai nostri figli, è quello di fargli capire che dietro una mamma c’è una donna e una persona con i propri bisogni, desideri ed emozioni.
In questo modo possiamo insegnare a loro e a noi stesse, che andiamo bene così come siamo e che l’unica cosa che possiamo fare è accettarci con i nostri limiti, ma anche con le nostre risorse, dando ascolto a quelli che sono i nostri bisogni.
Per educare bisogna ESSERE, non basta solo fare e disfare e poi ancora fare. Bisogna darsi il permesso di mettere al primo posto quelli che sono i nostri bisogni, senza sentirsi delle mamme inadeguate o delle cattive madri, ma delle mamme presenti che non tolgono tempo ai propri figli e a loro stesse.
Uno dei problemi che frequentemente affligge le mamme, è proprio quello di voler esser presenti e disponibili per i loro figli, senza sacrificare il proprio tempo personale e non sentirsi in colpa se trascorrono un’ora dal parrucchiere o se escono prima dal lavoro per prendere un aperitivo con le amiche.
Perché ti dico questo?
Perché se ancora credi che per sentirti una mamma soddisfatta e una donna felice tu debba impiegare tutte le tue energie e risorse per dare ascolto alle richieste dei tuoi figli e soddisfare i loro bisogni e che sia finita qui, ti sbagli di grosso…
C’è un’altra bambina che ha bisogno di essere ascoltata, vista, amata e quella bambina sei tu!
Non puoi pretendere di essere ascoltata dai tuoi figli se sei la prima tu a non ascoltare la tua bambina interiore, a liquidarla con un semplice e disarmante “Vabbè ma mi mica sono una ragazzina che si mette a fare i capricci perchè vorrebbe fare quella o quell’altra cosa!” “Non posso permettermi di pensare a me!”, oppure a negare le emozioni scomode dicendo che stai bene e che il bene supremo sono i tuoi figli.
I tuoi figli vogliono una mamma felice, realizzata, soddisfatta e felicemente imperfetta.
Come precedentemente affermato, non esistono delle soluzioni a taglia unica, ogni mamma ha i suoi bisogni e ogni bambino ha il suo temperamento. Impara ad “ascoltarti” e ad “ascoltarlo”, per accogliere te stessa e il tuo bambino, accettando limiti e risorse di entrambi.
E tu riesci a soddisfare i tuoi bisogni?
Riesci a comprendere le emozioni dei tuoi figli, entrando in sintonia con loro?
Riesci a comunicare efficacemente con l’altro genitore?
Ti senti di averle provate tutte, ma continui a sentirti una mamma insicura, inadeguata, frustrata e infelice?
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