In questo articolo, ripercorrendo la relazione genitori e figli di una mia paziente, vi parlerò di Sarah e di come ha imparato, attraverso l’ascolto dei bisogni di sua figlia, ad ascoltare la bambina che è in lei.
Cosa cercava inizialmente Sarah?
Sarah cercava degli strumenti per sostenere sua figlia ad affrontare l’arrivo di un fratello e di un trasloco nello stesso periodo.
Di cosa aveva realmente bisogno?
Dalla prima seduta ha capito che quello di sua figlia era il motivo in superficie, in realtà aveva bisogno di altro. Desiderava respirare di nuovo e superare quella sensazione di soffocamento, pressante e vincolante. Si sentiva appesantita e inadeguata, per non avere il controllo e la gestione della sua vita. Si è resa conto che in realtà la bambina che aveva bisogno di essere ascoltata, non era soltanto sua figlia, ma la piccola Sarah.
“Sua figlia le ha dato l’opportunità di guardarsi dentro e di ascoltare la sua bambina interiore”
Quali erano gli obiettivi di Sarah?
Sarah aveva bisogno di stare bene. Desiderava sciogliere quella matassa che sentiva pesare al centro del petto e capire dove fosse finita se stessa. Il suo obiettivo era quello di orientare la sua bussola nella giusta direzione, riconquistando il suo equilibrio e la sua serenità. Desiderava stare bene in primis lei, per poter far star bene anche chi gli stava vicino, perché si rendeva conto che la sua negatività influenzava anche il benessere familiare.
“Sarah voleva entrare in connessione con sua figlia, voleva capire che tipo di linguaggio utilizzare per spiegare i cambiamenti in arrivo. Voleva sapere cosa dire, ed era preoccupata delle possibili reazioni di sua figlia.”
“Per aiutarla, siamo partite dal capire come è strutturato il cervello di un bambino, perché molto spesso noi adulti attribuiamo un interpretazione errata alla rabbia o alle emozioni dei nostri figli. Per poterli aiutare, in primis dobbiamo capire il loro linguaggio.”
“Grazie a questo strumento, abbiamo visto che le reazioni di sua figlia erano normali e naturali. Legittimando quelle emozioni, Sarah è riuscita ad ascoltare sua figlia e se stessa.”
Genitori e figli: Quali risultati ha raggiunto Sarah?

Il risultato più grande è stato quello di sapersi ascoltare e di scendere dalla croce su cui si era inchiodata. La sua esistenza è sempre stata contrassegnata da un forte senso di colpa e di inadeguatezza, ma ora finalmente si concede la possibilità di fallire. Ha smesso di perseguire un ideale di perfezione, generatore di ragionamenti negativi che sfociavano spesso nella rinuncia. Consapevole di essere diventata genitore quando sono nati i suoi figli e moglie nel momento in cui si è sposata, ha accettato la naturale crescita dei ruoli che riveste, utilizzando l’ascolto attivo come strumento efficace. Ascoltando se stessa, è riuscita ad ascoltare la propria famiglia.
“La svolta di Sarah è avvenuta nel momento in cui si è permessa di fallire. Proveniamo da una cultura in cui il fallimento è visto come qualcosa in cui ci dobbiamo identificare. In realtà il fallimento è un passaggio essenziale per poter cambiare e apprendere cose nuove.”
Quali risultati inaspettati ha raggiunto Sarah?
Ascoltandosi, Sarah ha ottenuto un risultato inaspettato. Quei sentimenti di frustrazione e inadeguatezza non riguardavano solo la sfera familiare. Da anni era in attesa di un cambiamento nella sua sfera professionale e oggi ogni tassello ha preso il proprio posto.
Sarah ricopre il ruolo che ha sempre sognato, si sente gratificata e la sua fiamma è alta e vivida.
Quando decidi di cambiare e di migliorarti l’effetto di questo cambiamento non riguarda solo una sfera della tua vita.
Tutte le sfere vengono coinvolte perché sei tu che diventi diversa e di conseguenza migliora l’aspetto personale, familiare e professionale.
Genitori e figli: Come si sente adesso Sarah come mamma consapevole?
Sarah si mette in discussione, si pone delle domande e non si limita alle apparenze. Finalmente sente di percorrere la giusta direzione, vede i suoi figli sereni e finalmente riesce a far fronte alle sue esigenze. Accetta di essere fallibile, ma soprattutto accetta di non essere una mamma perfetta. Sta crescendo come genitore insieme ai suoi figli, ascoltandoli e parlando insieme a loro.
“Sarah ha fatto sua la possibilità di fallire, ed ha scelto la parola che racchiude il senso del nostro percorso: CONSAPEVOLEZZA.”
Sarah ha declinato la parola CONSAPEVOLEZZA a lei in quanto madre, donna e moglie.
Prima tendeva a caricarsi, fino ad arrivare all’attacco di panico. Ora pianifica degli obiettivi raggiungibili e se non riesce a portare a termine il suo piano, non se ne fa una colpa e passa al giorno successivo.
“ Grazie a questo percorso, Sarah è riuscita a gestire praticamente le sue difficoltà grazie a degli esercizi pratici e obiettivi concreti. Come dico sempre, il vero lavoro è tra una seduta e l’altra. Nella seduta parliamo di quelli che sono i bisogni e le difficoltà, valutiamo le strategie e in attesa del successivo incontro facciamo degli esercizi pratici per affrontare con degli obiettivi concreti la strada davanti a noi. Nel caso di Sarah abbiamo fissato delle priorità, eliminando tutto il superfluo, per non sovraccaricare la sua giornata.”
Grazie agli strumenti messi a disposizione, ora Sarah riesce ad organizzare il suo tempo e a riconoscere il momento in cui gli obiettivi che si è posta le stanno togliendo il respiro, facendo un passo indietro e rimodulando il suo tempo.
Prima di iniziare il percorso per diventare una MAMMA SERENA E UNA DONNA FELICE, Sarah non riusciva neppure a guidare senza sentirsi sopraffatta. Ora ha ritrovato la sua indipendenza e la gestione delle proprie emozioni.
Come vede ora il suo futuro Sarah?

Il suo futuro prima era qualcosa di offuscato, non sapeva in che direzione stava andando. Si sentiva impantanata e paralizzata in una profonda palude. Ora è consapevole che ci saranno dei giorni no e delle cadute, ma ha disposizione gli strumenti per rialzarsi e continuare il suo cammino.
Ora è pronta ad accettare queste cadute e gli arresti, perché ad una madre è concesso anche questo. La perfezione e il suo mito non esiste. Ogni donna esiste in primis come persona e poi come madre e moglie.
Ha capito che ognuno di noi ha il proprio punto di vista e non deve ascoltare tutto quello che arriva, adattandolo per forza a se stessa al resto del mondo. Raccogliere feedback non è sbagliato, bisogna però allontanare quelli che involontariamente ci avvelenano, filtrando le informazioni che ci arrivano.
“ Ogni individuo ha il proprio punto di vista e quando diciamo di aspettare un bambino, arrivano consigli non voluti che ci destabilizzano e materializzano del nostro immaginario dei miti sulla maternità che spesso generano un senso di frustrazione ed impotenza. “
Nel momento in cui si preparava alla nascita del suo secondo figlio, Sarah ha sperimentato sulla sua pelle il peso di questi consigli non voluti, sfociando in una fisiologica depressione post partum, in cui si sentiva fragile e vulnerabile.
Oggi ha imparato a filtrare i consigli che le arrivano, tenendo solo quello che le fa bene.
Ogni madre è l’esperta dei propri figli e può capirli e decifrare i propri e i loro comportamenti.
“ Rivolgersi ad uno esperto non significa delegare la risoluzione di un problema. Lo psicologo non è colui che risolve il problema, rendendo il paziente in una posizione di passiva risoluzione. Le persone che decidono di fare un percorso, in realtà si mettono già in discussione prima e non delegano l’interpretazione dei propri figli. L’obiettivo è quello di condividere degli strumenti, delle tecniche e strategie, uniche e personalizzate in base alla propria realtà. Non esistono soluzioni a taglia unica. Ogni persona ha le proprie esigenze e bisogni.“
L’obiettivo di queste interviste è la condivisione e il confronto, grazie al quale è possibile dar voce alle persone e non al professionista. Attraverso l’esternazione del proprio percorso, i miei pazienti possono sfatare il mito secondo il quale andare dallo psicologo significa essere “matti” o non stare bene. La nostra crescita personale non finisce mai e solo attraverso una psicologia accessibile a chiunque, possiamo metterci in discussione e avere a nostra disposizione un sostegno alla genitorialità.
E tu riesci ad ascoltare te stessa?
Ti senti inadeguata e sopraffatta dalla quotidianità come Sarah? Ti senti di averle provate tutte, ma continui a sentirti una mamma insicura, frustrata e infelice?
Non sai in che direzione sta andando la tua vita?
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